CLASSIC
POST
IL DIRETTORE
RISPONDE
molti lettori non l’avrebbero pensata
come lei. Le ricordo che non abbia-
mo nessun tipo di sovvenzione, né
alcun finanziamento pubblico, pur
svolgendo una funzione culturale.
Abbiamo dunque preferito non gra-
vare sulle tasche di un consumatore
già tartassato, arricchire nella du-
rata il cd fisico (mantenendo alta la
qualità artistica e tecnica) e puntare
sulla differenziazione della proposta
musicale. Il vantaggio della nuova
formula consiste infatti anche nel
poter “raddoppiare” i contenuti,
mentre finora eravamo obbligati a
pubblicare un solo autore e un solo
interprete nello stesso cofanetto: lo
scorso mese Respighi e Beethoven,
questo Pergolesi e Brahms. Sono
certo che anche i lettori riconosce-
ranno che quello che“ClassicVoice”
offre ogni mese resta nel complesso
senza confronti. Dopo tanti anni di
condivisione, me lo aspetto!
Riceviamo e pubblichiamo
E il Valle D’Itria?
Caro direttore,
Nei giorni scorsi è stata annunciata
la nuova Legge speciale “per il so-
stegno e la valorizzazione dei festi-
val musicali ed operistici di assoluto
prestigio internazionale”. I bene-
ficiari del contributo straordinario,
che si aggiunge a quelli ordinari
regolamentati dal meccanismo del
Fus, sono quattro. Il Festival della
Valle d’Itria non è stato considerato
degno di attenzione e di sostegno,
ed è un fatto di notevole gravità.
Un’evidente ingiustizia è stata per-
petrata ai danni di un festival sto-
rico e di rilevanza strategica, unico
per tradizione, vocazione e qualità
espresse nel corso di quasi quattro
decenni di storia.
Il direttore artistico vorrebbe far
giungere la propria vibrante pro-
testa ai più alti livelli istituzionali,
ma potrebbe restare inascoltata
perchè “di parte”.
Risulta allora di assoluta impor-
tanza registrare pubblicamente le
opinioni e il sostegno di quanti -
addetti ai lavori, giornalisti, critici,
artisti e pubblico - conoscono la
storia e il valore del Festival della
Valle d’Itria e intendono difender-
ne la sopravvivenza.
L’unico Festival prettamente operi-
stico del Sud Italia con trentanove
anni di storia e una comprovata e
consolidata “assoluta rilevanza in-
ternazionale”, voluto tra gli altri da
Paolo Grassi e legato indissolubil-
mente al nome di Rodolfo Celletti, è
stato purtroppo dimenticato anche
dai rappresentanti politici espressi
dalla Regione Puglia e dal Mezzo-
giorno italiano.
Addolora riscontrare come, ancora
una volta, il Sud sia stato penalizzato,
e quanto cara paghi la carenza inPar-
lamento di una rappresentanza poli-
tica attenta alle ragioni del territorio,
consapevole e autorevole, spesso in
difficoltà ad emanciparsi dal vischio
paralizzante e sterile degli stereotipi,
delle lamentele generiche, delle ri-
vendicazioni puramente ideologiche
e interessate, incapace di vedere e di
riconoscere la realtà delle eccellenze
che il Sud, di cui dovrebbe difende-
re e promuovere risorse e valori, sa
esprimere. Come in un’infinità di
altre occasioni, si è lasciata cadere
un’occasione di portata storica per
difendere e valorizzare nei fatti una
propria realtà sana e fattiva. Il Festi-
val della Valle d’Itria, con i suoi conti
in ordine grazie al senso di responsa-
bilità, al rigore e ai continui sacrifici
dei vertici e degli artisti ospiti, rap-
presenta un fatto incontestabile, una
realtà riconosciuta nel mondo.
Viene da pensare che è impossibile
far riconoscere ciò che non si cono-
sce e non si comprende da soli.
Se c’è un Festival che ha urgente
bisogno di una legge che ne rico-
nosca il valore e l’importanza stra-
tegica, economica oltre che cultu-
rale, in un territorio in gravissima,
angosciosa difficoltà, quello è il Val-
le d’Itria. Un festival operistico del
Mezzogiorno di rilevanza e presti-
gio internazionali, unico nell’espri-
mere da sempre motivazioni e fina-
lità senza paragoni nel panorama
italiano, dopo quasi quaranta anni
di storia, lotta sempre di più per so-
pravvivere di anno in anno.
Questa decisione politica, che esclu-
de volontariamente una realtà come
il Festival della Valle d’Itria da una
legge appositamente pensata per il
sostegno dei festival italiani più im-
portanti, non solo è contestabile, ma
da contrastare e denunciare in ogni
occasione pubblica, ed è ciò che ti
chiedo di aiutarci a fare, anche pro-
muovendo un’azione in Parlamento.
Credo che la stampa abbia per lo
meno il compito di rendere nota ai
più questa decisione, e di chiedere
che siano resi noti i criteri che hanno
guidato la scelta dei beneficiari.
AlbertoTriola
Direttore artistico del Festival della
Valle D’Itria
2 cd oppure
2 autori?
Sono un abbonato a “Classic Voice”.
Quindi se ho ben capito dovrei scari-
care dei files, poi dovrei comprare dei
cd vergini, masterizzarli, poi con un
pennarello scriverci il titolo, comprare
anche una qualche bustina, metterli
da parte, praticamente poi non ver-
ranno più trovati, perchè nel mucchio
si perdono e non c’è la possibilità di
ripescarli, ecc... Mah, sono perplesso,
capisco che abbiate qualche pro-
blema per i costi, allora era meglio
se aumentavate di 1 o 2 euro! E tra
poco anche “Classic Opera” su file?
Sergio Santarnecchi
Caro Santarnecchi,
no, “Classic Opera” non va su file:
abbiamo appena pubblicato un dop-
pio dvd con il Lohengrin in una pro-
duzione di Bayreuth, il “tempio” del-
la messainscena wagneriana. E per
la verità non ci va neanche “Classic
Voice”. Mi perdonerà se dico che la
sua reazione tradisce un eccesso di
allarmismo. Prima di tutto perché
alla rivista c’è sempre allegato il cd.
E che cd: negli ultimi tre mesi abbia-
mo pubblicato registrazioni con Ab-
bado, Pappano e Alessandrini. Non
sono nomi qualunque. La qualità, mi
pare, ci sia e continuerà a esserci.
Ma anche la quantità, se considera
che la durata del disco si avvicina
o supera gli 80 minuti di musica (in
molti ci farebbero due supporti...). A
questo disco si aggiunge un secon-
do album di durata consistente e del
tutto differente dal primo (in futuro
gli albumpotranno essere più di uno,
e il lettore potrà scegliere liberamen-
te in base alle sue predilezioni) e con
uno standard audio che, col formato
wav, è uguale in tutto e per tutto a
quello del supporto fisico: volendo
però si può sentire anche dal proprio
lettore mobile, secondo una modali-
tà oggi preferita da molti.
Ha ragione: la formula precedente,
troppo “lussuosa” anche senza crisi
(infatti siamo stati gli unici a pra-
ticarla), avrebbe oggi comportato
l’aumento del prezzo di copertina. E