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Il Contesto Storico
A
metà Quattrocento l’Italia esisteva solo in geografia e la si
guardava, politicamente, dal basso verso l’alto, perché il prin-
cipe più importante e di maggior prestigio che abitasse la penisola
viveva non a Milano, né a Firenze e neppure a Roma, bensì a Napo-
li, e si chiamava Ferdinando d’Aragona. Milano, per possedimenti
e blasone, veniva subito dopo; fatalmente, allora come oggi, era la
capitale dell’artigianato di pregio e della tecnologia inventiva (leg-
gi, col senno di poi, della moda e del design). È guardando a questa
città che si sarebbero incontrate le vite degli uomini e delle donne
della più elevata aristocrazia, destinate in massima parte a essere
brevi e spegnersi nel sangue.
n
Ricchezza lombarda
Galeazzo Maria era figlio di Francesco, abile uomo politico che
gli aveva lasciato in eredità un ducato dalle strutture relativamente
solide e in buoni rapporti col regno di Francia e col ducato di Bor-
gogna, capace quindi di controbilanciare la potenza economica ve-
neziana e affermare il prestigio di un casato che, nonostante l’ampia
area d’influenza, non era considerato internazionalmente alla stessa
stregua di quelli napoletani, fiorentini, ferraresi (Aragonesi, Medici,
Estensi). Secondo Machiavelli (
Il principe
,
vii
): «Francesco, per li
debiti mezzi e con una gran virtù, di privato diventò duca di Mila-
no; e quello che con mille affanni aveva acquistato, con poca fatica
mantenne». Lo “stato” sforzesco, oltre a Milano, contava, da nord
a sud, su Como, Novara, Vigevano, Lodi, Pavia, Valenza, Tortona,
Cremona, Piacenza, Tortona, Valenza, Bobbio, Parma, Genova e
Savona: una ricchezza basata sulle capacità dell’amministrazione
Un magnifico
tiranno
La Milano in cui intorno al 1475 risuonò
la Missa Galeazescha era dominio di Galeazzo Maria Sforza.
Uno spavaldo principe autoritario. Ma anche un mecenate
che fece della città una capitale delle arti
f
Pietro del
Pollaiolo,
Ritratto di
Galeazzo Maria Sforza
,
Firenze, Galleria degli
Uffizi. L’opera venne
prodotta probabilmente
a Firenze, ove Galeazzo
Maria si recò in visita
vestendo un broccato col
giglio fiorentino.
i
Bonifacio Bembo,
Ritratto di Bianca Maria
Visconti
, c1442, Milano,
Pinacoteca di Brera.
n
Il denaro
Galeazzo Maria
informò di se stesso
anche la monetazione,
introducendo il
“testone”, una moneta
d’argento recante, sul
dritto, il suo profilo.
n
La cappella ducale
il duca la completò nel
1473 con affreschi
di Zanetto Bugatto,
Bonifacio Bembo,
Stefano de Fedeli,
Giacomino Vismara e
altri.