Classic Antiqua 12 - page 8

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antiqua
tutto cordialmente spinta a riaffermare non solo la centralità,
ma prima ancora la superiorità del potere sacerdotale di gover-
no sulla società cristiana, che scavalcava e riassorbiva in sé la
pluralità delle istituzioni e degli ambiti giurisdizionali, attraver-
sati dalla dialettica tra spazio sacro e momento profano».
Tenace e inflessibile, l’attività moralizzante di san Carlo non
fu tuttavia di totale oscurantismo: accanto al crocifisso, infat-
ti, campeggiava sempre un libro, corredo indispensabile per la
meditazione. Se alla Controriforma si associano censure e roghi
librari, è pur vero che l’intera carriera di Carlo Borromeo è an-
data di pari passo con la frequentazione di uomini di cultura,
di biblioteche, di libri intesi come strumento preferenziale per
la divulgazione della dottrina e attributi essenziali dei ministri
della Chiesa. In quest’ottica, per esempio, l’eredità classica non
viene rigettata in toto ma rivalutata e ben accetta purché, alme-
no formalmente, «riesca a convertire in servizio di Dio ed in
utilità de’ prossimi l’oro delle dottrine e l’argento dell’eloquen-
za de’ gentili», così da non gettar via le tante gemme di cui sono
tempestati i libri antichi (lo scrive il vescovo Silvio Antoniano
nel suo trattato d’ispirazione borromaica
Dell’Educazione cri-
stiana e politica de’ figliuoli
del 1584). Il misticismo di Carlo
Borromeo, che una volta a Milano non volle mai più separarsi
dalla sua collezione di libri a stampa, non comportava rifiuto
pregiudiziale nei confronti della cultura bensì un suo uso largo,
seppur “accorto”, che dei libri (eventualmente emendati) non
facesse un tesoro per iniziati inaccessibile ai più ma un patri-
monio di relativamente ampia fruibilità. E questa apertura non
si limitava solo al sapere erudito ma anche alla produzione mu-
sicale, visto il favore con cui Carlo e ancor più, in seguito, suo
cugino Federico, guardavano all’istituto dell’Oratorio secondo
i dettami di San Filippo Neri.
n
La città è un lazzaretto
Il misticismo borromaico fu anche una forma di “rifugio
spirituale” nel tremendo periodo che, culminato nella peste del
1576-77, decimò la popolazione milanese, che dal morbo sa-
n
Peste
Malattia infettiva
che si trasmette
attraverso la
pulce che alberga
su topi, ratti,
scoiattoli, conigli,
lepri, marmotte;
la variante
“bubbonica”,
caratterizzata
da evidenti
rigonfiamenti
cutanei, comporta
la proliferazione e
la necrosi dei
linfonodi.
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