ClassicVoice 175 - page 10

spectator
Festival
CARTELLONE
Mauro:
14 dic.
Concerto di
Natale; dir. Di
Mauro: 20,
21 dic.
Concerto di
Capodanno;
dir. Rebstein:
1 gen.
Chopin, Suk;
pf Faustova,
dir.
Ghirchenko:
10, 11 gen.
www.
orchestrasinfonica­
siciliana.it
Parma
Nuove
Atmosfere –
Filarmonica
Arturo
Toscanini
(Auditorium
Paganini) Vaughan-
Williams, Britten,
Strauss; sopr. Devia,
ms Zavalloni, dir.
Tingaud: 6 dic.
Barber, Brahms;
vl Costea, dir.
D’Espinosa: 13 dic.
Ciajkovskij; vl
Nemtanu, dir. Foster:
21 dic.
­
toscanini.it
Reggio Emilia
Teatro Valli
Beethoven; Quartetto
Hagen: 5 dic.
Roma
Teatro
dell’Opera
Verdi, Ernani; dir.
Muti, reg. de Ana:
1, 3, 10, 12,
14 dic.
Accademia
di Santa
Cecilia
(Parco della
Musica) Mozart,
Bruckner; pf
Blechacz, dir.
Nagano: 2, 3 dic.
Schubert, Skrjabin;
pf Kissin: 5 dic.
Mascagni, Brahms,
Petrassi; vl
Kavakos, dir.
Pappano: 7, 8,
9 dic.
Gershwin,
Brubeck, Joplin,
Pieranunzi; pf
e vl E. e G. Pieranunzi,
cl. Carbonare:
13 dic.
Britten, Mozart,
Brahms; pf Lupu,
dir. Pappano:
14, 16,
17 dic.
J. Strauss,
Ciajkovskij,
Brahms,Weber-
Berlioz,
Ponchielli,
Offenbach; dir.
Prêtre: 5, 6,
7 gen.
Brahms; Sestetto
Stradivari:
10 gen.
Istituzione
Universitaria
dei Concerti
(Università La
Sapienza) Bach,
Leclair, Rameu;
European Union
Baroque Orchestra,
clav. e dir.
Mortensen:
RIBALTA
Verdi shakespeariano
Squadra vincente non si cambia. Livermore ripropone a Genova il cast di Valencia.
Con una regia introspettiva che espone attorialmente i cantanti per servire la musica
H
a debuttato al Festival dei Medi­
terranei a Valencia lo scorso giu­
gno l’Otello di Verdi che arriva al Carlo
Felice con una compagnia che punta,
anche a Genova, sulla presenza di
Gregory Kunde,MariaAgresta e Carlos
Alvarez nei ruoli di Otello, Desdemona
e Jago, affidandoli alla bacchetta di
Andrea Battistoni. Spettacolo molto
applaudito, l’allestimento è diretto dal
regista Davide Livermore (che firma
anche scene con Giò Forma e costumi
insieme a Mariana Fracasso), voce fra
le più significative della scena registi­
ca d’oggi.
Livermore lei ha scelto una mes-
sinscena essenziale, a scena fis-
sa, rinunciando alla retorica che
spesso accompagna questo capo-
lavoro estremo di Verdi per pun-
tare sull’aspetto intimistico?
“L’essenzialità di una scenografia
non determina necessariamente una
scelta intimista. Nel mio caso la sce­
na fissa, che ho creato con Giò Forma
su ispirazione di Nathalie Deana, crea
i presupposti per rendere più sha­
kespeariano possibile lo spazio, per
amplificare gli affetti della partitura
verdiana. Questo impianto, che è la
scarnificazione del teatro elisabettia­
no, ha lo scopo di rendere profonda­
mente introspettivo lo spettacolo. I
cantanti sono scoperti, non possono
nascondere nulla del loro agire dietro
un’eventuale opulenza della messa in
scena, anzi… Come veri attori shake­
speariani sono costretti dallo spazio a
evidenziare ogni ragione, ogni istinto,
ogni sentimento, per servire al massi­
mo la musica di Verdi”.
Quanto la messinscena mette in
rapporto la musica di Verdi (e il
libretto di Boito) e la tragedia di
Shakespeare?
“Il rapporto tra libretto e partitura
dovrebbe essere il
fondamento di chi
fa teatro d’opera.
Aver creato una
scenografia che è
il fantasma formale
architettonico del
Globe di Londra da
un lato espone at­
torialmente i can­
tanti in modo totale,
dall’altro pone in
evidenza la scelta
di non avere inter­
mediari visivi tra la
drammaturgia mu­
sicale e il pubblico.
Il mio desiderio è
fare il Verdi più shakespeariano possi­
bile. In tal senso ho riposto una fiducia
enorme nel mio lavoro e nell’arte degli
interpreti”.
Lei fa un uso delle proiezioni
video, soprattutto nella scena
iniziale, estremamente effica-
ce. Quanto questo tipo di media
espressivo incide sulla sua visio-
ne?
“L’inizio della partitura ha una forza
narrativa impressionante. Ci siamo
messi al servizio di questa potenza
senza effettistica inutile, per restitu­
irne l’energia drammatica. In gene­
re non amo le videoproiezioni come
sistema per sostituire una parte di
scenografia per ragioni di budget: si
rischia il ‘vorrei ma non posso’. Uso
ormai regolarmente le videoproiezioni
con lo scopo di procedere sempre nel
senso della drammaturgia registica a
servizio degli affetti in musica e mai
in quello della descrizione di ambien­
ti. I video devono avere coerenza nar­
rativa e visiva e con i videomaker si
devono creare vere sceneggiature ci­
nematografiche in rapporto alla parti­
tura. La collaborazione con un artista
vero come Paolo Gep Cucco è stata la
base per arrivare ai risultati di questo
Otello in cui, per esempio, il mare pro­
iettato è un miracolo di adesione alla
musica“.
D
aniela
Z
acconi
Otello
di Verdi. Orchestra e Coro del
Teatro Carlo Felice. Dir. Andrea Batti­
stoni. Regia di Davide Livermore
Genova, Teatro Carlo Felice, dal 27 di­
cembre al 5 gennaio
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