CLASSIC
        
        
          POST
        
        
        
          IL DIRETTORE
        
        
          RISPONDE
        
        
          era comunque quello di sollecitare i
        
        
          lettori-elettori a pensare anche alle
        
        
          ragioni della grande musica. Lei non
        
        
          vota, e ha bisogno di noi.
        
        
          Isotta,
        
        
          le responsabilità
        
        
          del “Corrierone”
        
        
          Caro direttore,
        
        
          mi pare che dal “caso Isotta” siano
        
        
          usciti male un po’ tutti.
        
        
          I fatti sono noti: Isotta, recensendo
        
        
          un concerto diretto da Daniel Har-
        
        
          ding alla Scala, ha trovato il modo di
        
        
          scrivere che ClaudioAbbado non ha
        
        
          “una precisa tecnica direttoriale” e
        
        
          non è un vero direttore (!!!); Lissner
        
        
          gli ha negato l’accredito alla prima
        
        
          di Nabucco; il direttore del “Corrie-
        
        
          re”, De Bortoli, ha difeso il suo critico
        
        
          attaccando il sovrintendente della
        
        
          Scala; Lissner ha risposto con una
        
        
          lettera che, ricordando i “preceden-
        
        
          ti” di Isotta, accusava il medesimo di
        
        
          usare il suo potere per attacchi per-
        
        
          sonali; De Bortoli, cosa insolita per
        
        
          lui, ha controreplicato con toni non
        
        
          proprio eleganti.
        
        
          Credo che Lissner abbia combina-
        
        
          to un bel pasticcio. Il risultato è che
        
        
          Isotta è stato fatto passare per vitti-
        
        
          ma e il “Corriere”, chissà con quanta
        
        
          felicità dei lettori, pubblica ora suoi
        
        
          articoli quasi tutti i giorni, regalando
        
        
          perfino la prima pagina (che lusso
        
        
          per un evento musicale!) al resocon-
        
        
          to di un normalissimo concerto na-
        
        
          poletano. Quello che Isotta ha scrit-
        
        
          to di Abbado qualifica ovviamente
        
        
          soltanto l’autore e la sua credibilità;
        
        
          gli “eccessi” del critico, riconosciuti
        
        
          come tali dal suo direttore, sono ca-
        
        
          somai un problema del “Corriere”,
        
        
          non della Scala. Tra l’altro, a propo-
        
        
          sito della recensione “incriminata”,
        
        
          quasi a bilanciare quella di Isotta,
        
        
          curiosamente sul “Corriere” dello
        
        
          stesso giorno, nelle pagine milanesi,
        
        
          ne è uscita una a firma Gian Mario
        
        
          Benzing relativa al medesimo con-
        
        
          certo diretto da Harding: più equili-
        
        
          brata, articolata e attendibile rispet-
        
        
          to a quella del critico titolare…
        
        
          Penso che la Scala dovrebbe garanti-
        
        
          re a Isotta la possibilità di continuare
        
        
          a entrare in teatro e scrivere in piena
        
        
          libertà i propri articoli, anche deni-
        
        
          gratori: certo, purché lo stesso si ras-
        
        
          segni a ritirare l’accredito (uno, non
        
        
          due) alla biglietteria, come fanno tut-
        
        
          ti gli altri critici, e non ne pretenda la
        
        
          consegna a domicilio… Dopodiché,
        
        
          Lissner si consoli: Claudio Abbado,
        
        
          per nostra fortuna, resta ClaudioAb-
        
        
          bado; e Isotta, purtroppo per i lettori
        
        
          del “Corriere”, resta Isotta.
        
        
          Mauro Balestrazzi
        
        
          Caro Mauro,
        
        
          sono perfettamente d’accordo:
        
        
          dov’era il direttore del “Corriere”
        
        
          tutte le volte che si scrivevano tali
        
        
          sciocchezze? Ovviamente sparate
        
        
          sempre e soltanto verso una dire-
        
        
          zione (i più maligni si saranno fatti
        
        
          venire qualche dubbio sulla limpi-
        
        
          dezza di quei “giudizi”...). E la Scala,
        
        
          più quella di ieri che quella di oggi,
        
        
          ha sempre avuto la pessima abitu-
        
        
          dine di censurare i suoi critici, come
        
        
          ricorda Angelo Foletto nelle “bac-
        
        
          chettate” di questo mese. Certo, sta-
        
        
          volta l’ha fatto alla luce del sole, ma
        
        
          l’arroganza resta.
        
        
          Elezioni:
        
        
          riforme musicali
        
        
          al palo?
        
        
          Gentile direttore,
        
        
          a pagina 25 dell’ultimo numero di
        
        
          “Classic Voice” (il n. 165, ndr), trovo
        
        
          una tabellina riepilogativa di alcuni
        
        
          temi (Cultura, Musica, Lirica, Altro)
        
        
          messi a confronto per le relative
        
        
          posizioni tra alcuni dei partiti più in
        
        
          voga al momento.
        
        
          Orbene, al pari di tanti altri elettori
        
        
          che si apprestano a scegliere i prossi-
        
        
          mi rappresentanti per cinque (!) anni,
        
        
          sono nella loro stessa condizione:
        
        
          una terribile confusione ingenerata
        
        
          dal vacuum tematico e dall’altret-
        
        
          tanto tossica asfissia da temi ripeti-
        
        
          tivi e copiati da destra a manca. Ma
        
        
          soprattutto: quanto manca una vera
        
        
          posizione chiara e lineare da parte di
        
        
          chiunque voglia mettersi alla guida
        
        
          di questa nazione.
        
        
          Confesso che non avevo pensato di
        
        
          affrontare il problema della scelta an-
        
        
          che sotto questo punto di vista; che
        
        
          sottintende alcuni aspetti legati alla
        
        
          divulgazione di una certa cultura,
        
        
          all’impiego di risorse, ai coinvolgi-
        
        
          menti dei settori terziari, ecc...
        
        
          Il lavoro accurato della sig.ra Livia
        
        
          Ermini mi ha aiutato in un certo sen-
        
        
          so a dare conferme ai tanti dubbi che
        
        
          mi assillano prima di porre un segno
        
        
          definitivo sul pezzo di carta usando
        
        
          la ormai consueta matita copiativa:
        
        
          NON, e sottolineo il NON in caratteri
        
        
          maiuscoli, darò il mio voto alla set-
        
        
          tupla elencata! Quanto citato nella
        
        
          vostra tabella è solo una ulteriore
        
        
          tassello a conferma dell’opinione che
        
        
          mi sono a poco a poco costruito in
        
        
          questi ultimi mesi, e anni.
        
        
          Guido Micheletti
        
        
          Caro Micheletti,
        
        
          credo che questi argomenti tor-
        
        
          neranno di attualità più avanti nel
        
        
          tempo. Oltre al governo, c’è da fare
        
        
          un presidente della Repubblica, un
        
        
          papa e perfino un sovrintendente
        
        
          della Scala, prima di pensare alle ri-
        
        
          forme culturali, s’immagini quelle
        
        
          lirico-concertistiche. Il nostro intento