• Mondo Classico

    Due Currentzis e due misure

    Un caso di diplomazia musicale ha scosso il Wiener Festwochen, uno dei festival più seguiti della capitale austriaca, riflettendosi anche sul dibattito musicale italiano. La kermesse diretta da Milo Rau aveva accostato la presenza in cartellone di due Requiem dall’alto valore simbolico, il War Requiem di Britten e il Kaddish Requiem dell’ucraino Stankovych, suggerendo un parallelo implicito tra i due direttori, da un lato il greco-russo Teodor Currentzis e dall’altro l’ucraina Oksana Lyniv. Non è la prima volta che un artista russo si trova a condividere il cartellone con un collega ucraino, ma in questo caso i nomi dei due protagonisti non sono passati inosservati. Currentzis è il fondatore di orchestra e coro MusicAeterna, una compagine - com’è risaputo - sovvenzionata da istituti bancari vicini al Cremlino; Oksana Lyniv, d’altra parte, è la musicista ucraina più riconosciuta al mondo, fondatrice della Youth Ukrainian Symphony Orchestra e attivissima nel sensibilizzare il pubblico sulla tragedia che sta vivendo il suo paese. “Non ho nulla di personale contro Currentzis, ma accostare i nostri due progetti non è un’opzione - ha spiegato la direttrice - Non saprei cosa dire agli oltre cento musicisti che arriveranno a Vienna dall’Ucraina martoriata dalla guerra”. Il Festival viennese si è scusato con lei e ha cancellato l’appuntamento di Currentzis previsto il 12 giugno con la Swr Symphonieorchester. Il fatto ha riacceso il dibattito sulla responsabilità e sui limiti dell’arte, visto che sia Lyniv sia Currentzis - almeno in quest’occasione - sono stati descritti dal Festival viennese come rappresentanti dei rispettivi paesi. La direttrice artistica della Swr, Anke Mai, ha spiegato chiaramente che “i membri dell’Orchestra Sinfonica di Kiev avrebbero voluto che Teodor Currentzis rilasciasse una dichiarazione pubblica contro la guerra d’aggressione russa, ma non glielo abbiamo mai chiesto a causa delle conseguenze che una simile dichiarazione avrebbe avuto per Currentzis in Russia”. Lo stesso Currentzis, che tra il 5 e l’8 marzo ha portato MusicAeterna in un mini tour tra San Pietroburgo e Mosca, il 16 e 18 marzo sbarca a Torino e Bologna per le stagioni di Lingotto Musica e Bologna Festival (in Piemonte il Concerto n. 24 e il Requiem di Mozart, in Emilia il Requiem di Mozart incastonato in una serie di brani dal medioevo fino alla contemporaneità). In questo caso, però, il dibattito non si è sollevato, pur essendo presente - a differenza che a novembre scorso, quando Currentzis arrivò in Italia con la sua nuova orchestra “occidentale” Utopia, proprio la russofona MusicaAeterna. Un episodio simile ha avuto per protagonista Ildar Abdrazakov, il basso russo che a Ravenna, nel dicembre 2023, si è regolarmente esibito con Riccardo Muti e che un mese dopo ha cancellato “per ragioni personali” la sua partecipazione al Requiem di Verdi con Antonio Pappano e l’Orchestra di Santa Cecilia. Né Currentzis né Abdrazakov hanno mai rilasciato dichiarazioni contro la guerra e continuano a lavorare regolarmente in Russia, venendo di volta in volta ritenuti “accettabili” o meno dalle istituzioni europee, senza un metro di giudizio uniforme. A questa dogana morale non è sfuggita nemmeno Anna Netrebko, che è stata confermata anche nel 2024 all’Arena di Verona (dove canterà Tosca), ma continua a essere respinta da altre istituzioni, Metropolitan in testa. Su "Classic Voice" di carta o nella copia digitale c'è molto di più. Scoprilo tutti i mesi in edicola o su www.classicvoice.com/riviste.html

    E ora l’opera cerca Sanremo

    Parlare d’opera, accompagnando il pubblico a una fruizione più informata e consapevole dell’evento, è diventata un’abitudine per ogni teatro. In Italia quasi tutti gli appuntamenti operistici hanno ormai il corollario semi obbligatorio di conferenze introduttive. Lo fa la Scala, nell’affollatissimo Foyer Toscanini, lo fa il Teatro Pavarotti-Freni di Modena, il Lirico di Cagliari e l’Alighieri di Ravenna, e via così, ad ogni latitudine, con format più o meno simili e consolidati. Musicologi, musicisti, giornalisti e registi spiegano le ragioni del compositore e dello spettacolo, compensando così decenni di mancata formazione nella scuola pubblica e nella televisione generalista (come si potrà leggere tra poche pagine). E se le vie della divulgazione sono infinite, il Comunale di Bologna ha preso il precetto alla lettera, affidando un filone delle sue introduzioni operistiche a volti noti della scena pop italiana. A parlare di Rossini, Puccini, Mozart, Wagner e Strauss da un paio di stagioni si alternano regolarmente Levante, Cristina Donà, Motta, Elio, La Rappresentante di Lista, Malika Ayane e tanti altri, praticamente un’intera edizione del Festival di Sanremo, senza contare le figure underground più seguite di oggi dai giovani, come il rapper Murubutu (nome d’arte di Alessio Mariani, nella foto), che nella vita insegna filosofia al liceo. Difficile stabilire se la presenza di una pop-star abbia una ricaduta diretta sull’aumento dei giovani a teatro. Ma quello che sta accadendo a Bologna, città che per un sesto è abitata da studenti universitari fuori sede, dice molto delle infinite possibilità che si possono aprire quando l’opera “esce” dai soliti binari di comunicazione. Certo, anche la politica dei prezzi può fare la differenza: con una convenzione tra Comunale e Alma Mater gli studenti universitari possono entrare a teatro con 10 euro, meno del prezzo di un aperitivo serale. E i risultati si sono visti: lo scorso anno la seconda recita di Madama Butterfly ha registrato la cifra record di 630 under 35 su un totale di 900 biglietti venduti. Ma il cantante pop è davvero così lontano dal mondo dell’opera? No, a giudicare da quello che hanno raccontato i protagonisti dell’iniziativa bolognese. Se Malika Ayane ha ricordato di aver fatto parte, da bambina, del coro di voci bianche della Scala, entrando poi al Conservatorio di Milano per studiare violoncello, il produttore di hit e pianista Durdust (al secolo Dario Faini) ha spiegato al suo “nuovo” pubblico i traguardi armonici conquistati da Puccini nella Manon Lescaut.  Applauditissima è stata la testimonianza del trombettista jazz Paolo Fresu, così come la performance della Rappresentante di Lista (Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, nella foto col sindaco di Bologna Lepore e il governatore dell'Emilia-Romagna Bonaccini) che hanno parlato di Elisir d’amore facendo provare al pubblico due diversi tipi di elisir, ovviamente vino rosso, come da precetto di Dulcamara. Chissà se è proprio questa la ricetta segreta per avvicinare al melodramma (ma non solo) il pubblico di domani. Su "Classic Voice" di carta e nella copia digitale c'è molto di più. Scoprili tutti i mesi su www.classicvoice.com/riviste.html
  • Recensioni Opere Concerti e Balletti

    Verunelli Songs & Voices

    Reduce da un grande successo con un pezzo per orchestra al Festival di Donaueschingen, Francesca Verunelli (1979) è stata molto applaudita anche alla Biennale per un’altra novità, Songs&Voices, per 6 voci, 10 strumenti ed elettronica (2023), un lavoro di ampio respiro che dura circa un’ora e dieci minuti e che nel titolo nasconde un paradosso, perché in queste canzoni e in queste voci non c’è alcun testo. L’assenza non sorprende in una compositrice che in una recente intervista (con Gianluigi Mattietti per “MusicPaper”) dichiara che non l’ha mai attratta l’idea di mettere in musica un testo. Presentando il lavoro della Biennale Verunelli cita “Il silenzio delle sirene” di Kafka, e si domanda: “cosa rimane del canto quando la voce scompare?” E “che cos’è la voce senza il canto?”. Sembra nascere da questi interrogativi, dai quali forse si può anche prescindere, un invito a concentrarsi sull’ascolto di un flusso musicale ininterrotto, ma chiaramente articolato in momenti diversi, contrappuntato suggestivamente da movimenti di interpreti e luci nello spazio. Proprio l’individuazione dei diversi momenti in un percorso lungo e complesso è forse il carattere nuovo e specifico di Songs&Voices, dove si succedono sezioni puramente strumentali e sezioni in cui intervengono (senza testo) le voci dei Neue Vokalsolisten, e dove l’elettronica è sempre presente, in un modo che offre motivi di riflessione proprio in questa Biennale, perché non corre mai il rischio di avere un interesse più tecnologico che musicale. I dieci strumenti dell’Ensemble C Barré formano un complesso suggestivamente inconsueto, e sia i momenti loro affidati, sia quelli con le voci hanno una forza di seduzione immediata, che forse una maggior brevità esalterebbe, sebbene non si abbia mai l’impressione di zone stanche. Bravissimi tutti gli interpreti e suggestivo il rituale scenico. PAOLO PETAZZI

    Oggetti orchestrali

      MILANO - Alla Scala è tempo d’orchestra. Come di consueto, dopo Sant’Ambrogio, arrivano

    Dvorak Concerto per violoncello e orchestra in Si minore Sinfonia n. 9

    Il Festival di Portogruaro premia il violoncello d’oro di Pagano La naturalezza quasi ovvia,
  • 298 Marzo 2024
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    Teatro Verdi Pordenone – Musica Danza 2023/24

    Assistere ad uno spettacolo dal vivo è, oggi più che mai, un’esperienza speciale e non più così scontata. Essere a teatro “in presenza” ha per tutti noi un senso sempre nuovo, sempre più pieno e gratificante. Il programma di musica e danza 2023/24 vuole offrire un’esperienza dal vivo che sia ogni volta motivo di scoperta, di sorpresa e di arricchimento, per tutto il pubblico. La “cultura” non è solo qualcosa che si fruisce quando si ascolta un concerto o si legge un libro, ma è ciò che rimane in noi dopo quel momento iniziale. Ho concepito questo programma di eventi proprio pensando a cosa rimarrà in noi ascoltatori dopo essere usciti dal teatro. Per questo motivo, oltre all’altissima qualità delle orchestre, delle compagnie di danza e dei solisti invitati, ho pensato a come ogni concerto possa arrivare al cuore del pubblico, anche di coloro che non sono esperti o appassionati di quel genere di musica. Come risulta evidente scorrendo il programma, la proposta di eventi è particolarmente varia, e alterna repertori, stili, format e organici diversi e complementari. Con due comuni denominatori: l’eccellenza artistica, da un lato, e la fruibilità, dall’altro. Si spazierà dal Barocco italiano (con uno dei più grandi tenori dei nostri tempi, Ian Bostridge, per la prima volta a Pordenone), ai capolavori del repertorio sinfonico e corale che mancano da tempo a Pordenone, come la Messa in Si minore di Bach, affidata alla Barockorchester und Kammerchor Stuttgart di Frieder Bernius, il Concerto per pianoforte e orchestra di Schumann e la Sesta Sinfonia di Dvorak con la Chamber Orchestra of Europe diretta da Antonio Pappano (e con Beatrice Rana al pianoforte), fino alle rarità di Hindemith, Eisler e Weill con la Budapest Festival Orchestra e Iván Fischer e alla monumentale Quinta di Bruckner, con la Gustav Mahler Jugendorchester diretta da Kirill Petrenko. Molti saranno i brani eseguiti per la prima volta a Pordenone, tra cui anche la grande Alpensinfonie di Strauss, affidata all’Armenian Philharmonic Orchestra diretta da Eduard Topchjan l’11 dicembre, giornata internazionale della montagna. L’attenzione a repertori “diversi” accomuna molti dei concerti proposti, tra cui quello del grande violinista Roby Lakatos. E, parlando di commistioni di stili e generi, sarà Elio a sorprenderci, nel suo recital in cui canterà e racconterà il repertorio vocale, da Rossini a Weill/Brecht, in un percorso del tutto insolito, arrivando anche alla musica contemporanea e a quella tradizionale giapponese. Anche la proposta per la danza segue i medesimi principi, puntando su una assoluta eccellenza e peculiarità delle proposte (Carolyn Carlson Dance Company, Herve Koubi e un trittico della Fondazione Nazionale Della Danza / Aterballetto con coreografie delle Star israeliane della danza Eyal Dadon e Ohad Naharin, assieme ad una nuova creazione della coreografa spagnola Iratxe Ansa). Mi auguro che il Teatro possa essere sempre più uno strumento che dia un senso più profondo alle nostre vite: una cassa di risonanza delle nostre visioni, speranze, paure, sogni. teatroverdipordenone.it

    Deutsche Grammophon STAGE+

    La storica etichetta gialla presenta STAGE+, un innovativo servizio di abbonamento alla musica classica che offre spettacoli dal vivo, un enorme archivio video e nuove uscite audio, tutto su un'unica piattaforma. Grazie alla collaborazione con molti fra i principali enti lirici, orchestre, sale da concerto e festival internazionali, STAGE+ presenta ogni settimana spettacoli inediti, eventi in live streaming da tutto il mondo, straordinari concerti e opere liriche, nonché nuove uscite audio Deutsche Grammophon e Decca oltre al meglio del loro d’archivio. STAGE+ è disponibile come applicazione TV, mobile e web con molti video in risoluzione 4K e audio in Dolby Atmos. I contenuti audio sono in formato Hi-Res Lossless, praticamente identici alle registrazioni originali in studio. STAGE+ rappresenta una svolta nella fruizione audiovisiva della musica classica online; consente di effettuare ricerche per titolo e di accedere a singole opere, movimenti o scene, con accesso a tutti i contenuti audio e video disponibili per un particolare artista, compositore, opera, luogo o organizzazione partner; si può anche salvare i preferiti e scaricare alcuni dei contenuti per la visione o l'ascolto offline. Scopri i contenuti di Stage+ e le anteprime esclusive su https://www.stage-plus.com/ OTTIENI subito il 10% di sconto sull'abbonamento annuale a Stage+ Iscriviti usando il codice promozionale RISERVATO AGLI ABBONATI DI CLASSIC VOICE  
  • Eventi
    Mozart l'Italiano

    Genova, Opera Carlo Felice

      Il febbraio del Carlo Felice di Genova è dedicato a Mozart, e più precisamente al
    E poi inaugurazione di Filarmonica con Chailly (e Barenobim) e tourneé di Chung e Muti

    Medée per la prima volta alla Scala in francese

    Il capolavoro tragico di Luigi Cherubini, ispirato a Euripide e Corneille, fu presentato a
    E all'Alighieri di Ravenna dirige la Trilogia d'autunno

    Muti fa Norma alla Fondazione Prada

      Il making of di Norma, prima. E l’ascolto, poi. L’Italian Opera Academy di
  • Novità CD

    Frédéric Lodéon “Le Flamboyant”

      In Francia Frédéric Lodéon è conosciuto come volto televisivo, il cui senso dell’umorismo ha aiutato la diffusione della musica classica a un ampio pubblico. Ma l’ex allievo di Rostropovic è prima di tutto un immenso violoncellista, dotato di un temperamento impetuoso. La sua eredità discografica per Erato ed Emi viene raccolta per la prima volta in un cofanetto che include numerosi inediti.         Su “Classic Voice” di carta o nella copia digitale c’è molto di più. Scoprilo tutti i mesi in edicola o su www.classicvoice.com/riviste.html      
  • Recensioni CD

    AA.VV. Italia

    Pur nella sua spiccata eterogeneità cronologica e stilistica che va da Scarlatti a Busoni e da Berio a Morricone, c’è un evidente filo rosso che lega le 20 tracce di Italia, l’ultimo cd per Decca di Vanessa Benelli Mosell: il pianismo italiano meno frequentato è al centro di questa ricerca di una delle più interessanti pianiste italiane. Già in occasione dell’incisione dedicata a Debussy di qualche anno fa notavamo, proprio su queste colonne, come la pianista 35enne fosse ormai una garanzia. E lo ribadiamo. Così come ribadiamo l’assoluto peso del magistero di Karlheinz Stockhausen su questa artista che meritoriamente non tralascia mai e, anzi, valorizza il repertorio contemporaneo: la sorprendente Toccata - titolo, questa volta, non c’è che dire, utilizzato in senso letterale - di Francesco Filidei ne è il sommo esempio del disco (e, confessiamo, il coraggio di inserirla nell’incisione ha influito positivamente sul nostro giudizio). Qui, la Benelli Mosell propone un contraltare a “Casta diva” (2020), disco dedicato al repertorio operistico trascritto per pianoforte, selezionando la musica per pianoforte solista che, pure, ha fatto e fa grande il paese del Belcanto. Come detto, in Italia c’è di tutto un po’: Paradisi, Galuppi, Scarlatti, Respighi, Cilea, Casella, Sgambati, Busoni, Malipiero, Petrassi, Puccini - solo per citarne alcuni - per arrivare a Berio, Morricone, Rota, Ezio Bosso e financo a I te vurria vasà. Insomma, pur nella nostra generale diffidenza verso le antologie bulimiche, questa ci pare che, nel lodevole intento di gettare luce sul pianismo italiano spesso adombrato dal melodramma (o da altri generi, nel caso dei contemporanei), sia un po’ come quel tesoro evangelico da cui estrarre “cose vecchie e cose nuove”. MATTIA ROSSI
Ultime Novità CD

Wilhelm Furtwängler

The Complete Studio Recordings on Deutsche Grammophon (4 Lp Dg)     Genio controverso, la cui arte era profondamente radicata nella tradizione dell’idealismo romantico, Wilhelm Furtwängler ha

Olivier Latry

The Complete Recordings on Deutsche Grammophon (10 cd + Blu-ray Dg) Per celebrarne i sessant’anni, Deutsche Grammophon ha raccolto in dieci cd (più un Blu Ray audio) l’integrale delle incisioni di Olivier

Saint-Saëns – Edition

(34 cd Warner)   Il 16 dicembre 2021 ricorre il 100° anniversario della morte di Camille Saint-Saëns. Warner Classics gli dedica una raccolta di 34 cd (illustrati con dipinti di Monet, Degase e

THE UNKNOWN RICHARD STRAUSS

(15 cd Deutsche Grammophon) Bamberger Symphoniker, Münchener Kammerorchester e Rundfunk-Sinfonieorchester convergono in una raccolta che fa luce su alcune composizioni orchestrali giovanili o quasi mai eseguite
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Alla Siciliana

ENSEMBLE Ludus Orionis CD Ludus Orionis 001 A rendere ancor più caotico l’ambiente della discografia internazionale, ossessionato dalla ricerca di novità e di pubblico, si aggiungono da qualche tempo le

Ravel L’heure Espagnole, Bolero

INTERPRETI I. Druet, T. Dolié, J. Behr, L. Felix, J. Teitgen DIRETTORE François-Xavier Roth ORCHESTRA Les Siècles CD Harmonia Mundi 905361 Quinto disco consacrato a Ravel da un complesso di strumenti

Tartini Concertos & Sonatas on the Viol

ensemble Opera Prima direttore e viola da gamba Cristiano Contadin cd cpo 5553882 L’opera di Giuseppe Tartini è indissolubilmente legata al violino, strumento le cui caratteristiche di articolazione,

Goebbels A House of Call My Imaginary Notebook

orchestra Ensemble Modern Orchestra direttore Vimbayi Kaziboni 2 cd Ecm È curioso che sotto un cognome così inquietante si muova da cinquant’anni uno dei musicisti più creativi e disallineati del