145 - Giugno 2011

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magazine +2cd

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Nei 2 cd
Se il primo dei due cd, entrambi con musiche di Händel, contiene le Suite n. 9, 12, 14 e 16 scritto all´origine per clavicembalo e interpretate al pianoforte da Sviatoslav Richter, il secondo presenta invece le Sonate per violino op. 1 n. 3, 10, 12, 13, 14 e 15 interpretate da Yehudi Menuhin.
Due grandi interpreti si fronteggiano su due forme fondamentali: la suite, derivata dalla danza (allemanda, corrente, sarabanda e giga) e la sonata, sostanzialmente differente dalla prima per il contrasto tonale fra i movimenti, la ricchezza dello sviluppo armonico e l’utilizzo di materiali tematici contrastanti. Che dire poi degli interpreti?
Richter, il cui pianismo eccelso derivava oltre che dal talento dalla straordinaria abnegazione nello studio, è stato un modello di riferimento per altrettanti grandi pianisti come Benedetti Michelangeli, Martha Argerich e Maurizio Pollini. Menuhin, statunitense di origine ebraica è stato il primo di tre figli tutti divenuti celebri. Esordì in concerto a sette anni con la San Francisco Symphony Orchestra e in seguito raggiunse un livello di maestria tecnica e interpretativa tale da farne un punto di riferimento assoluto per le generazioni di violinisti a lui successive.

Nella rivista
La cover story è dedicata ai settant´anni di Riccardo Muti festeggiati con il “suo” Figaro. Mario Messinis lo ha intervistato - in esclusiva per i lettori di “Classic Voice” - ricavandone un ritratto che ripercorre la formazione neoclassica, la cultura musicologica, l´ostilità per il loggionismo, la rivendicazione del Sud e la riscoperta - tra Ravenna e Salisburgo - di un´opera di Mercadante che è il sequel delle Nozze di Figaro e del Barbiere di Siviglia. L´inchiesta di giugno è sul curioso argomento del moto contrario per il quale Lipsia accoglie Chailly, Chicago Muti, Lucerna Abbado. Mentre a Milano è di casa Barenboim, a Firenze Mehta. E a proposito di italiani famosi all´estero, Nicola Luisotti, già direttore musicale a San Francisco, parla del debutto alla Scala con Attila. Per le tendenze abbiamo rivolto lo sguardo alle scelte librettistiche di chi opera nel teatro musicale contemporaneo. Dove a far da protagonisti non sono più gli dei o gli eroi mitologici bensì i poeti, i pittori, i letterati. Gli approfondimenti riguardano gli inni nazionali e la loro evoluzione: dall´origine ottocentesca alle variazioni sul tema (aggiustamenti e tagli a volte doverosi) intervenute nel Secolo breve. La cantante ospite di questo numero è Daniela Barcellona, regina del Barocco più raro in un progetto che promette di ridare vita a pagine mai eseguite dopo la prima d´epoca. Le pagine dedicate al cd del mese raccontano di quale scrigno di tesori si sprigioni ascoltando Händel attraverso i più duttili strumenti moderni. Si passa quindi alle professioni musicali con nuovi sbocchi. Una di queste è il maestro ripetitore, ieri collaboratore generico, oggi specializzato da una laurea ad hoc e soprattutto meglio retribuito. A 200 anni dalla nascita di Liszt Maurizio Baglini ripercorre il virtuosismo trascendente dando luce alla magia dell´ungherese che inventò il recital pianistico. Con il racconto musicale viene dato libero sfogo alla fantasia del piccolo mondo antico delle prime donne all´opera, fatte fuori da direttori spietati o da loggionisti sempre col fucile spianato. Nelle pagine iniziali e finali, come sempre, le rubriche: attualità, eventi dal vivo, alla radio e in tv da non perdere, il cartellone e il palinsesto con gli appuntamenti di giugno, un nuovo viaggio musicale in Europa fra piccoli e grandi festival, le recensioni di cd, dvd, opere e concerti.