E ora l’opera cerca Sanremo

A Bologna le introduzioni degli spettacoli passano ai protagonisti della hit-parade italiana

Parlare d’opera, accompagnando il pubblico a una fruizione più informata e consapevole dell’evento, è diventata un’abitudine per ogni teatro. In Italia quasi tutti gli appuntamenti operistici hanno ormai il corollario semi obbligatorio di conferenze introduttive. Lo fa la Scala, nell’affollatissimo Foyer Toscanini, lo fa il Teatro Pavarotti-Freni di Modena, il Lirico di Cagliari e l’Alighieri di Ravenna, e via così, ad ogni latitudine, con format più o meno simili e consolidati. Musicologi, musicisti, giornalisti e registi spiegano le ragioni del compositore e dello spettacolo, compensando così decenni di mancata formazione nella scuola pubblica e nella televisione generalista (come si potrà leggere tra poche pagine). E se le vie della divulgazione sono infinite, il Comunale di Bologna ha preso il precetto alla lettera, affidando un filone delle sue introduzioni operistiche a volti noti della scena pop italiana. A parlare di Rossini, Puccini, Mozart, Wagner e Strauss da un paio di stagioni si alternano regolarmente Levante, Cristina Donà, Motta, Elio, La Rappresentante di Lista, Malika Ayane e tanti altri, praticamente un’intera edizione del Festival di Sanremo, senza contare le figure underground più seguite di oggi dai giovani, come il rapper Murubutu (nome d’arte di Alessio Mariani, nella foto), che nella vita insegna filosofia al liceo. Difficile stabilire se la presenza di una pop-star abbia una ricaduta diretta sull’aumento dei giovani a teatro. Ma quello che sta accadendo a Bologna, città che per un sesto è abitata da studenti universitari fuori sede, dice molto delle infinite possibilità che si possono aprire quando l’opera “esce” dai soliti binari di comunicazione. Certo, anche la politica dei prezzi può fare la differenza: con una convenzione tra Comunale e Alma Mater gli studenti universitari possono entrare a teatro con 10 euro, meno del prezzo di un aperitivo serale. E i risultati si sono visti: lo scorso anno la seconda recita di Madama Butterfly ha registrato la cifra record di 630 under 35 su un totale di 900 biglietti venduti. Ma il cantante pop è davvero così lontano dal mondo dell’opera? No, a giudicare da quello che hanno raccontato i protagonisti dell’iniziativa bolognese. Se Malika Ayane ha ricordato di aver fatto parte, da bambina, del coro di voci bianche della Scala, entrando poi al Conservatorio di Milano per studiare violoncello, il produttore di hit e pianista Durdust (al secolo Dario Faini) ha spiegato al suo “nuovo” pubblico i traguardi armonici conquistati da Puccini nella Manon Lescaut.  Applauditissima è stata la testimonianza del trombettista jazz Paolo Fresu, così come la performance della Rappresentante di Lista (Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, nella foto col sindaco di Bologna Lepore e il governatore dell’Emilia-Romagna Bonaccini) che hanno parlato di Elisir d’amore facendo provare al pubblico due diversi tipi di elisir, ovviamente vino rosso, come da precetto di Dulcamara. Chissà se è proprio questa la ricetta segreta per avvicinare al melodramma (ma non solo) il pubblico di domani.

 

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299 Aprile 2024
Classic Voice