Janácek – Da una casa di morti

[interpreti] O. Bär, J. M. Ainsley, E. Stoklossa
[direttore] Pierre Boulez
[orchestra] Mahler Chamber
[regia] Patrice Chéreau
[Sottotitoli] Ing., Fr., Ted., Sp.
[dvd] Dg 4400734426

Le motivazioni che hanno valso a questa pubblicazione il premio conferito da “Classic Voice” sono già state esposte da Paolo Petazzi, e ubi maior con quanto segue. Posso solo aggiungere che la terza collaborazione tra Chéreau e Boulez, posteriore di trent’anni alla precedente Lulu, trova inalterate – accresciute, semmai – le caratteristiche che le rendevano tanto grandi. Questo avviene con relativa frequenza nel caso dei direttori: molto meno tra i registi, che facilmente indulgono alla ripetitività degli schemi che valsero loro il successo, scadendo quindi spesso, oh quanto, nel manierismo autocelebrativo. Ma quella capacità di scavare entro i più minuti anfratti della partitura rendendone evidente e ovunque perfettamente leggibile ogni giuntura interna, ogni particolare d’una struttura tuttavia sempre ricondotta alla sua totalità: questa formidabile capacità analitica di Boulez, si specchia nella tipica luce chiara sempre creata da Chéreau, in apparenza fredda ma invece resa di rovente tensione emotiva in virtù del gesto, dell’atteggiarsi d’ogni personaggio che in ogni istante è posto in relazione con gli altri esattamente come ogni nota non sta là in sé conclusa ma s’allaccia alle altre. Non succede niente, in quest’opera, esattamente come nulla accade nel romanzo di Dostoevskij da cui deriva: ma tutto succede nel cervello e nell’anima di queste persone chiuse in una prigione senza tempo, dove i rapporti di forza, di prevaricazione, di legame reciproco, nel riflettere come infallibile specchio la psicologia di ciascuno compone via via quella del Gruppo. Chéreau è sensazionale nel conferire dapprima a ciascuno il proprio tratto riconoscibile, e poi farlo evolvere nel pur così breve arco narrativo.

Elvio Giudici


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299 Aprile 2024
Classic Voice