viola da gamba François Joubert-Caillet ensemble L’Achéron cd Ricercar 466

Durante l’antico regime la musica è un mestiere che si dona a chi non ha famiglia (istruendolo nelle maîtrise e nei conservatori) oppure si tramanda finché si può: Bach, Scarlatti, Couperin, Mozart ne sono solo i cognomi più popolari. Non fa eccezione la famiglia Sainte-Colombe, poco documentata ma molto affascinante per via della musica di elevato spessore che scrisse (e che da una quarantina d’anni è stata riportata nei repertori concertistici da Jordi Savall e Wieland Kuijken, quindi dai loro allievi). Il più prolifico come compositore sembra essere stato il padre, ma anche a Sainte-Colombe figlio sono attribuibili alcuni brani per viola da gamba intridi della medesima vena melanconica. La composizione più lunga è il Tombeau (epitaffio musicale) che il figlio dedicò al padre, raccogliendovi echi, citazioni e assonanza del modello compositivo di famiglia. Alla viola da gamba, François Joubert-Caillet torna dopo aver terminato l’integrale, a dir poco impegnativa, delle composizioni di Marin Marais, convinto che la scrittura a solo possa giovarsi anche della realizzazione del basso continuo (non previsto dai manoscritti ma sempre latente nel pensiero di quell’epoca). Sul piano teorico e pratico la soluzione è plausibile e meritoria di riflessione e decantazione, specialmente in chi continua a credere nelle ragioni dell’astrazione, del sottinteso, della musica reservata, della supremazia, in questa forma d’arte, dell’indicibile su ciò che si può o è davvero necessario dire, e che talvolta fa l’effetto della luce artificiale quando cade sull’ombra del chiaroscuro.
Carlo Fiore




