Ciajkovskij Pëtr Il’ic

Kamsko-Votkins 25-IV/7-V-1840 - San Pietroburgo 25-X/6-XI-1893

Ciajkovskij Pëtr Il’ic La vita di Ciajkovskij non fu quella successione di atti eccezionali – scandita da impulsi autodistruttivi e subitanee redenzioni – che alberga nella memoria collettiva. La sua fu un’esistenza molto borghese, comune a molti aristocratici russi della seconda metà dell’Ottocento. Anche la sua omosessualità, per quanto costretta nei confini imposti dal suo ambiente sociale, fu meno tormentata di quanto è bello e fascinoso credere. Nato a Kamsko-Votkins, tra Mosca e gli Urali, tra il 25 aprile e il 7 maggio 1840, si iscrive alla Scuola di giurisprudenza di San Pietroburgo. Ma con l’apertura di un nuovo Conservatorio nella stessa città – dove entra nel 1862 – decide di dedicarsi professionalmente alla musica. Dopo la formazione, arriva il vero apprendistato. A Mosca, dove si trasferisce intorno al 1866, trova un impiego stabile come docente presso il Conservatorio e inizia a comporre sinfonie, e opere, ma solo con il primo Concerto per pianoforte e orchestra, dedicato a Hans von Bülow, arriva il successo internazionale, poi consolidato nel 1876 con Il lago dei cigni, una rivoluzione per l’estetica del balletto. Problematico il suo rapporto con le donne: se con la ricca ereditiera Nadezˇda Filaretovna von Meck – che gli assicurava un assegno vitalizio – intratteneva un costruttivo rapporto epistolare, con la moglie Antonina Ivanovna Miliukova – che aveva sposato per opportunismo – si infilò in un menage familiare impossibile da sostenere, concluso quasi subito con una dolorosa separazione. A suo fianco aveva da sempre il fedele “valletto” e amante Alësa.
L’ultima parte della vita di Ciajkovskij, cominciata con il successo come compositore e la precaria condizione di marito, si può dividere in due periodi: il primo in viaggio su e giù per l’Europa, tra concerti e premières dei suoi lavori; e un secondo, più o meno stanziale, in quella provincia moscovita che diviene scenario del suo ultimo periodo compositivo (le ultime due sinfonie, La dama di picche – che però fu scritta a Firenze – e Iolanta, i grandi balletti). A stroncare Ciajkovskij, a soli 53 anni, non fu il tanto romanzato suicidio, sembra, ma una semplice infezione di colera.

Andrea Estero


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