Bach Oratorio di Natale

interpreti N. Pritchard, H. Cronin, A. Ponsford-Hill, H. Cutting, F. Long
direttore John Eliot Gardiner
orchestra English Baroque Soloists
2 cd+BluRay audio Dg 4864443

Già approdata al disco una trentina d’anni or sono, l’interpretazione che dell’oratorio bachiano offre Gardiner non è molto mutata nelle sue linee generali, ma non poco approfondita nel dettaglio di molti particolari. Uno soprattutto, a me pare particolarmente suggestivo: la serrata unitarietà che riesce a conferire alle sei Cantate grazie al forte rilievo conferito all’Evangelista (e fortunatamente il tenore Nick Pritchard se ne mostra pienamente all’altezza con la sua voce luminosa nel raccontare ma anche di grande incisività nel mostrare di essere intimamente partecipe di ciò che narra, con momenti di lancinante tensione) nonché con la costante pulsione dinamica che impone all’intero Oratorio un non so che di teatrale di fortissima suggestione, non ultima ragione essendo l’eccezionale rilievo impresso al basso continuo.
Lo scrupolo filologico cui s’informa lo strumentale d’epoca (i legni, in particolare oboi e flauti, sono formidabili non solo nel celebre arioso corale “Schlafe, mein Liebster” ma ancor più nella sublime aria “Frohe Hirten”, benissimo cantata da Jonathan Hanley) non si estende fortunatamente al comparto vocale, a differenza di quanto intese fare Harnoncourt col suo cast tutto maschile come quello a disposizione di Bach: Hilary Cronin è di toccante lirismo, apice la stupenda “Nur ein Wink”, e splendidamente realizzati da Alison Ponsford-Hill sono gli effetti d’eco della suggestiva “Flößt, mein Heiland”. Impegnatissimo è il controtenore Hugh Cutting (che alla Scala fu un magnifico Corindo nell’Orontea), con la sua voce luminosa ma dalla timbratura robusta che gli consente ampie escursioni dinamiche che il marcato senso della parola traduce in ricchissimo ventaglio accentale.
Quanto al Monteverdi Choir, ogni lode porta vasi in una Samo ormai intasata. Gardiner, è noto, sta attraversando un momento molto difficile della sua carriera per ragioni squisitamente extramusicali: non mi pronuncio in merito, ma per me resta comunque un artista di qualità superiore cui si devono interpretazioni che quasi sempre rappresentano pietre miliari dei molti repertori affrontati.
Elvio Giudici


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311 Aprile 2025
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