Rufus Wainwright Dream Requiem

voce Meryl Streep
soprano Anna Prohaska
coro di Radio France
orchestra Filarmonica di Radio France
direttore Mikko Franck
cd Warner Classics

Il suo Requiem del o per il Sogno, Rufus Wainwright l’ha dedicato a Giuseppe Verdi e a Puccini. La prima dedica è nelle ambizioni di chiunque pensi a un grande pezzo corale sul tema della fine. Rufus – cantautore americano e canadese classe 1973, voce di tenore, pianista e chitarrista – dice che la sua vita di musicista trasversale ebbe una svolta quando a 13 anni la madre mise su una cassetta (quelle del mesozoico) e gli fece ascoltare la Messa da requiem diretta da Fritz Reiner, con Leontyne Price e Jussy Björling. Da cui l’amore per l’opera, con Verdi sul trono, e per il Lied, con Schubert nel cuore.
L’altra dedica, a Puccini (senza nome) non esclude il Lucchese dalle sue predilezioni, ma localizza la cosa un po’ più in basso: Puccini era un amato cagnolino che, al tempo del Covid, ebbe la peggio nel confronto con un collega più in carne. Dietro la piccola dedica c’è un pensiero: l’amore di cui è capace un animale non si trova in nessun essere umano. Più nel profondo, sono gli incendi californiani del 2020 a motivare e ambientare questo Dream Requiem: nel mondo che l’uomo si impegna con puntiglio e distruggere. Per raccontare questa dimensione del Requeim, nel latino dei Requiem aeternam, Kyrie, Dies Irae, Mors Stupebit, Rex Tremendae, Ingemisco, Confutatis, Sanctus, Agnus Dei, Lux Aeterna, Wainwright ha scelto di inserire l’inglese della Darkness di Byron, ispirata a quell’eruzione del 1815, in Indonesia, che per settimane oscurò i cieli del mondo e diede al 1816 un soprannome: l’Anno senza estate. I versi di Darkness sono sulla bocca di un Narratore che si chiama Meryl Streep: con lei la parola (di Byron) canta anche se recita.
Le arie hanno in Anna Prohaska la voce tesa che stacca sull’affresco i temi della solitudine, dell’ansia, della nostalgia. Un affresco sinfonicocorale per davvero questo di Rufus Wainwright, che da melomane reo confesso e da musicista con buona attrezzatura tecnica, ha i mezzi per riempire di buone melodie, temi coerenti, strumentazione varia e cori ben scritti un’architettura non elementare. In lingua ovviamente neotonale ma aggiornata, senza sorprese né cadute di stile. Registrazione dal vivo con cori e orchestra di Radio France diretti come-si-deve da Mikko Franck. Di là delle Alpi ci sono meno paraocchi.
Carlo Maria Cella


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317 Ottobre 2025
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