Stravinskij Lavori da camera

Ensemble Royal Academy of Music e Juilliard School
Direttrice Barbara Hannigan
cd Linn

Basta il programma per intuire, dietro o meglio davanti, una testa con idee ben chiare. Il Concerto in Mi bemolle detto “Dumbarton Oaks”, le Tre Liriche Giapponesi, le Due Poesie di Balmont, il Settetto, i Tre piccoli canti russi del 1906, l’Ottetto, il Concertino e Ragtime sono tutti pezzi per strumenti (pochi) e per voce che Adorno avrebbe fatto bene considerare per quel che sono: capolavori carichi di conseguenze (leggi: imitazioni) di ogni ordine, grado e latitudine. Barbara Hannigan è impareggiabile nell’esaltare i caratteri distintivi della musica che decide di servire. E sceglie sempre gli strumenti adatti. Le Liriche giapponesi, le Poesie di Balmont, le Tre piccole canzoni d’infanzia, gioielli aforistici e un po’ haiku, hanno in Alexandra Health, giovane diplomata a Londra, una cantante scrupolosa sugli accenti che Stravinskij cesella da maestro, inimitabile eppure copiatissimo. (Ci sono divertenti registrazioni in cui Igor imbocca la giusta pronuncia russa della seconda canzone, “La torre”, a Cathy Berberian, che aveva qualche problema nel tornire le nasali, ed era Cathy Berberian).
Gli strumentisti della Royal Academy of Music e dell’Ensemble della Juilliard Scholl sono 32 giovani di ogni parte del mondo, scremati dalle due scuole di riferimento della scena anglosassone. Barbara Hannigan li guida per ottenere il contrario dell’esibizionismo: precisione, intonazione, “oggettività”, non senza un tocco di humour soprattutto nel Ragtime, scattante, filiforme e “bluesy” come pochi sanno farlo. Solo il Concertino per 12 strumenti viene ceduto a Charlotte Corderoy, che dirige senza creare buchi nell’impostazione scattante e netta di Barbara Hannigan, dove tutto corre brillante e mai dimostrativo, per linee nitide ma non “fredde”. Ha mai sbagliato qualcosa questa donna?
Carlo Maria Cella


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311 Aprile 2025
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