Nono Luigi

Venezia, 29 gennaio 1924/ Venezia, 8 maggio 1990

Dopo essere stato allievo di Gian Francesco Malipiero dal 1941 al 1946, Nono prosegue gli studi musicali sotto la guida di Bruno Maderna, ma anche di Hermann Scherchen e Hans Rosbaud. Contemporaneamente segue gli studi umanistici laureandosi in giurisprudenza presso l’università di Padova.

Nella sua ricca formazione culturale si vanno così delineando due aspetti fondamentali della sua personalità artistica: l’impulso costante e prepotente verso il nuovo e il culto appassionato dell’antica tradizione della musica polifonica fiamminga e rinascimentale. Nono inaugura la sua carriera di compositore nel 1950 con le "Variazioni canoniche sopra una serie di Schönberg" per orchestra da camera.

L’anno seguente è la volta di "Polifonica – Monodia – Ritmica" per 6 strumenti e percussioni. Ma il primo grande componimento che afferma le vocazioni espressive di Nono è il cosiddetto "Trittico lorchiano", composto tra il 1951 e il 1953. Partendo dai versi di Garcia Lorca, Nono crea un grandioso e commovente monumento composto da "Espana en el corazon" per soprano, baritono, coro misto e strumenti, "Y su sangre ya viene cantando" per flauto e piccola orchestra e "Memento, Romance de la guardia civil espanola" per voce recitante, coro parlato e orchestra. Dalla passione per Lorca il compositore passa rapidamente a quella per i temi civili e politici, senza tralasciare uno straordinario lirismo.

Nel 1954 nascono così contemporaneamente la rabbiosa e viscerale "Victoire de Guernica" per coro misto e orchestra su testi di Paul Eluard e il delicato "Liebeslied" per coro misto e orchestra. L’anno seguente il compositore si sposa con Nuria Schönberg e crea gli "Incontri" per 24 strumenti; seguono poi "Il canto sospeso" (1955-1956), "La terra e la compagna" (1957) e i "Cori di Didone" (1958). Nel 1959, con la conferenza "Presenza storica della musica di oggi" tenuta a Darmstadt, Nono conferma definitivamente il suo distacco dalla Nuova Musica, il suo sempre più intenso interesse per la musica elettronica e accentua il suo impegno politico, come dimostrano "Diario polacco ’58" e l’opera del 1960 "Intolleranza".

Si concentra allora sull’applicazione delle tecnologie elettroniche, manifestando l’esigenza di coniugare impegno politico e ricerca linguistica. Nascono così componimenti come "La fabbrica illuminata" del 1964, "Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz" del 1966, "Per Bastiana Tai-Yang Cheng" del 1967 e "Non consumiamo Marx" del 1969.

Nel 1971 è la volta di "Como una ola de fuerza y luz" che, proseguendo il tema dell’impegno ideologico, lo avvolge di commosso lirismo. Una grande sintesi di linguaggi arriva nel 1978 con "Al gran sole carico d’amore", con l’allestimento scenico di Jurij Ljubimov.

Con il quartetto d’archi "Fragmente-Stille, An Diotima" del 1980, Nono si muove verso una maggiore interiorizzazione e una più decisa problematicità. Le apparecchiature elettroacustiche che agiscono in tempo reale caratterizzano "Diario polacco n. 2" del 1982, "Guai ai gelidi mostri" del 1983 e "Omaggio a Kurtag" del 1983; tutte queste esperienze confluiscono nel 1984 nell’opera "Prometeo" (sottotitolo "Tragedia dell’ascolto"), rappresentata nella Chiesa di San Lorenzo a Venezia all’interno della Biennale con una suggestiva installazione a forma di arca dell’architetto Renzo Piano.


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