Prima della Scala: Lohengrin senza cigno

Il regista: non mi interessa, non è così importante

Prima della Scala: Lohengrin senza cigno (Adnkronos) – Non ci sarà il tradizionale cigno nel ‘Lohengrin’ di Richard Wagner che il 7 dicembre prossimo inaugurerà la stagione 2012-2013 del Teatro alla Scala di Milano. Lo afferma in un’intervista alla rivista ‘Classic Voice’, da domani in edicola, il regista Claus Guth, spiegando di non essere "interessato all’immagine del cigno in sé, non è così importante: quel che conta è il fratello di Elsa, che si nasconde dietro quell’immagine, e sicuramente questo aspetto verrà sviluppato".

Altra novità sarà l’ambientazione, non più nel Medioevo, come l’aveva immaginata Wagner, ma spostata ai tempi del compositore: "Sicuramente conta molto l’epoca in cui il compositore è vissuto, uno snodo cruciale, in cui si entrava nel mondo moderno più o meno come lo conosciamo oggi, anzi si ponevano le basi per quel sistema capitalistico-finanziario e politico nelle cui propaggini, o meglio conseguenze, ci troviamo a vivere oggi. Questo mi ha spinto a mettere in scena il ‘Lohengrin’ all’epoca di Wagner, posta a sua volta in parallelo con i nostri giorni".
Secondo il regista tedesco, la vera chiave del ‘Lohengrin’ sta nei traumi infiantili della protagonista femminile dell’opera, Elsa. "Ho realizzato una sorta di background completo per questa giovane donna -spiega Guth- e Elsa ha svelato una storia e una psicologia di estremo interesse. Una ragazza rimasta orfana assai presto, che sente profondamente questa perdita, subito acuita dalla nuova perdita del fratello, che la scuote ulteriormente. Si aggiunge poi il comportamento ambiguo e contraddittorio di Friedrich von Telramund, che prima si arroga il diritto alla sua mano, poi le preferisce Ortrud. Mi sembra significativo – aggiunge il regista – usare il potere dell’immaginazione per raccontare come Elsa abbia dunque vissuto una vicenda precedente, prima dell’arrivo di Lohengrin, dove ha anche sviluppato una sorta di ossessione per una ideale figura di ‘salvatore’"
Protagonista del capolavoro wagneriano, che sarà diretto da Daniel Barenboim, è il tenore Jonas Kaufmann, grande star internazionale del belcanto. "Alla fine credo che Lohengrin capisca che tutto è frutto del suo sbaglio. Il suo piano -spiega il cantante a ‘Classic Voice’- è andato a pezzi, è crollato, distrutto dalle sue emozioni. Ha sbagliato miscelando la sua missione con la sfera privata. Ecco perché la sua ultima aria non è eroica. Alla fine è distrutto, depresso, forse si vergogna". "Credo sia importante -aggiunge- mettere in luce l’uomo dietro l’eroe, quella sua persona complicata".
Kaufmann si sbilancia anche sul successore di Stéphane Lissner, attuale sovrintendente della Scala, che dal 2015 andrà a dirigere l’Opera di Parigi: "La Scala avrà bisogno di un uomo che sappia emozionarsi per l’opera, ma anche capace di trovare un equilibrio economico, consapevole che di questi tempi è vitale ottenere risorse, come Alexander Pereira (attuale direttore del Festival di Salisburgo, ndr). Abile come pochi nel convincere gli sponsor a investire su una piccola città come Zurigo. Vive l’opera con tutto se stesso, anche perché ha studiato canto. Tutti i teatri, Scala compresa, sanno che i governi non hanno più i mezzi di un tempo, quindi gli entusiasmi devono fare i conti con le risorse a disposizione. La spesa non può che essere razionale", conclude il tenore.
(Orl/Col/Adnkronos – 12 novembre 2012)
 

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