Sos orchestra svizzera

La compagine radiofonica ticinese “tagliata” da Berna

Sos orchestra svizzera

C’è un paese europeo dove il principio di sussidiarietà, anche in campo culturale, non è solo materia di declamazione: l’extracomunitaria Svizzera. Un cantone o una città con interessi specifici possono decidere di sostenere istituzioni di rango e interesse nazionale; così la cinematografia sta a Losanna, la fotografia abita a Winterthur (Zurigo), il suono registrato ha trovato asilo a Lugano. Ma anche quello dal vivo si difende: prima con altre etichette, poi dal 1991 come Orchestra della Svizzera Italiana (Osi), quella che i nostri nonni chiamavano Orchestra di Radio Monteceneri e noi della Radio Svizzera Italiana esiste dal 1935. Da Hindemith, Stravinskij e Richard Strauss (che le dedicò un brano), giù fino a Chailly e Pletnev, è stata diretta da grandi bacchette, ha fondato festival come quelli di Ascona e Lugano, è pilastro del Progetto Argerich – e chi più ne ha. 
Quanto costa questo ben di Dio, che fra l’altro genera un certo indotto turistico? Sette milioni di franchi, (4,9 milioni di euro) stanziati in parti uguali dalla Ssr, l’ente radiotelevisivo svizzero, e dal Canton Ticino con la partecipazione dei Grigioni. Ora accade che la Ssr ha problemi di bilancio, reclama aumenti di canone e di risorse pubblicitarie sul Web – a danno della carta stampata – e progetta tagli a tutte le sue tre branche linguistiche. All’Osi mancherebbero così 2 milioni di franchi; a meno che non ce li metta il “Lodevole Municipio di Lugano”, titolo ufficiale secondo il protocollo. Il Lodevole non dice di no per principio, ma prima invita i politici locali e l’opinione pubblica a far pressione su Berna, se necessario arrivando sino in Consiglio Federale. 
La controversia s’ingrossa, mobilitando equilibri sensibili della democrazia elvetica. Svizzeri italiani e francofoni fiutano l’ennesima arroganza della maggioranza “alemannica” (a proposito: che accadrà dell’altrettanto titolata Orchestre de la Suisse Romande?) E se proprio si deve tirare la cinghia, dicono i critici della Ssr, perché non guardare ai quei 55 milioni di franchi che la società privata Billag incamera per la riscossione del canone? Per noi, neofiti del federalismo fiscale, la storia suona inquietante, ma intanto lunga vita all’Osi! 
Carlo Vitali
 

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299 Aprile 2024
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