Berlioz – Sinfonia Fantastica Lélio, ou le retour à la vie

voce recitante, Gerard Depardieu
tenore Mario Zeffiri
bassbaritono Kyle Ketelsen
direttore Riccardo Muti
orchestra e coro Chicago Symphony Orchestra
2 cd CsoResound 901 1501
prezzo 23,40

 

Berlioz-Muti

Berlioziano della prima ora, apostolo fedele e appassionato del geniale, eclettico universo del compositore francese, Riccardo Muti ha debuttato come 10° direttore musicale della Chicago Symphony Orchestra nel 2010 dirigendo un “concertone” che prevedeva la celeberrima Symphonie Fantastique insieme con quello che gli americani chiamano il suo sequel, ovvero il melologo lirico Lélio ou le retour à la vie per voce narrante, tenore, bassbaritono, coro e orchestra: pezzo, quest’ultimo, invece, di rara esecuzione.
Cinque anni dopo, quelle esecuzioni sono state finalmente pubblicate dall’etichetta dell’orchestra, venendo a costituire la terza incisione, limitatamente alla Fantastica, che Muti lascia ai posteri, la prima essendo quella con Philadelphia Orchestra del 1999 (ripubblicata nel 2011) e la seconda quella in dvd del 2008 con la Cherubini e la Giovanile Italiana, che comprende anche una lezione al pubblico e una interessantissima sessione di prove.
Chi abbia in mente l’appassionata incisione del 1999, trova in questo nuovo cd un Muti più analitico e lucido, come vi fosse più distanza tra sé e la partitura. Il “passo” è più maturo, come se quella distanza permettesse di mettere a fuoco ogni dettaglio esecutivo con precisione certosina. Del resto, il direttore napoletano ha di fronte a sé un’orchestra formidabile che aderisce al dettato con una forza sonora ed emotiva eccezionale. E così la Fantastica torna all’ascoltatore meno romanticamente folle e più chiara nella sua costruzione, più ordinata di quanto si tende a pensarla sulla scorta di tante, troppe giovanilistiche esecuzioni che si succedono in ogni dove.
Le accensioni, i contrasti tra il furore del pieno Romanticismo e i contraccolpi lirico-elegiaci di una Sehnsucht anch’essa pienamente romantica, che Muti tratteggia con una morbidezza di suono esemplare, emergono invece in tutta la loro spavalda estroversione nel Lélio, complice il travolgente contributo di Gerard Depardieu, che qui dimostra ancora una volta che attore di razza sia. Ben scelte, in tal senso, anche le voci di Zeffiri e Ketelson, chiara la prima quanto è drammatica la seconda.
Che piacesse di più il Muti di prima o quello di oggi, è aspetto secondario; certo è che questo doppio cd ha il merito di porre l’accento sulla profondità e la ricchezza di una musica troppo penalizzata da esecuzioni superficiali: un merito, questo, che Muti condivide con Colin Davis e pochi altri interpreti di razza.
Enrico Girardi

 

 

 

 


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