Brahms – Concerto per pianoforte e orchestra n. 2

pianoforte Maurizio Pollini
direttore Christian Thielemann
orchestra Staatskapelle Dresden
cd  Dg 479 2384
prezzo € 18,60

 

brahms-pollini-Dg

Quanto felice fosse stato l’incontro di Pollini con Christian Thielemann è ben attestato dalla registrazione del Primo Concerto brahmsiano, un incontro tra due personalità indubbiamente diverse, nella stessa visione musicale, quella del direttore radicata nella solida tradizione, lontana da qualsiasi tentazione effettistica ma tesa ad assicurare il passo più giusto e il respiro più adeguato; Pollini, invece, più decisamente “attuale”. E tuttavia l’intesa è risultata positiva tanto da ripetersi con il Secondo Concerto brahmsiano di cui questo cd offre la registrazione realizzata dal vivo nel gennaio 2013 nella sala della Semperoper di Dresda, con la Sächsische Staatskapelle di cui Thielemann era da poco divenuto direttore musicale. Uno dei percorsi da sempre prediletti da Pollini questo Concerto, con un lascito discografico oltremodo eloquente, pensando alla registrazione del 1976 con Abbado e i Wiener Philharmoniker, seguita quasi vent’anni dopo, 1995, da quella con i Berliner, live, sempre con Abbado, a suggellare un rapporto tra i più integrati. Inevitabile la curiosità offerta da questa nuova rivisitazione del Concerto per cercare di cogliere come Pollini, superata la boa dei settant’anni, abbia saputo rinnovare l’avventurosa vicenda racchiusa nella monumentale partitura brahmsiana; se per molti interpreti l’avanzare dell’età ha attivato un processo introspettivo e una più diversa riflessività, quasi compensativo dell’inevitabile rallentamento dei tempi – un ricordo indelebile per intensità quel Secondo di Brahms con Backhaus ottuagenario, appena ripresosi da un ictus, e Böhm – per Pollini la determinazione sembra inscalfibile, addirittura facendosi più stretti i tempi, come è avvenuto nelle recenti esecuzioni delle ultime Sonate beethoveniane. Una determinazione che lo sorregge anche in questo Concerto, ben sostenuta dalla solidità e dalla sicurezza di respiro di Thielemann: comprensibilmente la incisiva nitidezza di un tempo ha lasciato spazio a zone d’ombra dove il pedale, del resto sempre usato con sapiente prodigalità dal nostro interprete, dichiara la sua necessità.
Gian Paolo Minardi

 

 


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