Gluck – Orfeo ed Euridice

Gluck - Orfeo ed Euridice

Interpreti M. R. Wesseling-Y. Bridard, J. Kleiter-M. A. Gillot, S. Im-M. Kudo
direttore Thomas Hengelbrock
orchestra Balthasar-Neumann Ensemble
regia Pina Bausch
regia video Vincent Bataillon
formato 16:9
sottotitoli It., Ing., Fr., Ted., Sp.
dvd BelAir C044

Approda al dvd, diventando triste omaggio alla coreografa da poco scomparsa, uno degli spettacoli che – quasi alla pari col celeberrimo Café Müller – più ha contribuito a fare di Pina Bausch una protagonista del balletto moderno. Spettacolo nato nel 1975 (un po’ prima della svolta verso il Tanztheater più secco e violento), in Italia lo si vide a Napoli molti anni fa ed è stato ripreso a Parigi due stagioni or sono, filmato con somma perizia e sensibilità – e certo il compito non era facile – da Vincent Bataillon.
Qualche eco di Martha Graham ancora s’avverte, nella coreografia di questa Bausch: ma sciolta ormai interamente in moduli personalissimi nel raggruppare e sciogliere i danzatori che sulla scena impersonano i 26 coristi piazzati in buca dietro l’orchestra, entro cui si muovono i tre ballerini che impersonano i personaggi singoli, ciascuno sdoppiato quindi in spirito che canta e carne che danza. Cantanti tutte e tre in nero lungo; ballerini in giacca e pantaloni neri; ballerine in chiffon multicolori le cui ampie dimensioni permettono fluttuazioni e ondeggiamenti di magica suggestione; l’Orfeo che balla è invece, unico fra tutti, vestito solo d’un boxer leggerissimo e aderente color carne, la nudità quale metafora dell’estrema, vulnerabile fragilità che nell’artista provoca l’amore destinato alla tragedia: giacché tagliata è la catarsi finale, la vicenda riacquistando il finale pessimista proprio del mito.
Non nuova, l’idea di far procedere l’azione di Gluck attraverso la danza. L’hanno fatto Balanchine, Mark Morris e recentemente Karole Armitage: ma neppure sono comparabili i risultati raggiunti qui da un’estrema semplicità dei gesti (quelle braccia e quei tronchi, emblema della danza della Bausch!) che in ogni istante sanno diventare lancinante poesia di sentimenti sempre oscillanti tra cielo e terra. Orchestra eccellente, diretta benissimo, a sostegno d’un canto più che ragguardevole, nel quale spicca la voce ampia, morbida, intensissima di Maria Riccarda Wesseling.
Elvio Giudici


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299 Aprile 2024
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