Honegger – Jeanne d’Arc au bûcher

interpreti M. Cotillard, X. Gallais, Y. Beuron
direttore Marc Soustrot
orchestra Barcelona Symphony & Catalonia National
cori Lieder Camera, Madrigal Choir, Vivaldi-Petits cantors de Catalunya
dvd Medici Alpha 708
prezzo 23,20

 

Honegger

Negli Anni Cinquanta del secolo scorso la Jeanne d’Arc au bûcher  di Arthur Honegger visse in Italia un momento di particolare notorietà. Non tanto furono però le sue virtù teatralmusicali a deciderne i termini quanto la singolare presenza di due mattatori dello spettacolo nazionale chiamati a sorreggere, sia pur nella lingua italiana, l’impianto dell’opera-oratorio del musicista svizzero e di Paul Claudel suo partner letterario: Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, i quali prospettarono il loro impegno attorialregistico in più d’un teatro italiano (Scala, San Carlo, Massimo). Ma altri si cimentarono e tuttora si cimentano nell’impresa di ridar vita a questo titolo, e tutti di qualità accertata; e fra i tanti Irène Jacob, la grande attrice del cinema di Kieslowski che ha fatto Jeanne in una rappresentazione del 2003 a Palermo. Non si nega che la parte interamente parlata dell’eroina di Domrémy (quale spreco di note musicali!) possa invocare la presenza di attrici in grado di dar lustro alla prosa tribunizia di Claudel; il problema è semmai di indagare quanto la partitura di Honegger si confaccia ancor oggi, a malgrado della sua indiscussa dottrina compositiva, a un revival teatrale che ne rinsaldi la periclitante drammaturgia. Nell’ambito dei Nouveaux Jeunes parigini Honegger aveva assunto un ruolo di coscienza critica ma anche di quinta colonna; ruolo che egli avrebbe in seguito scontato con le accigliate (e a volte furiose) prese di distanza di Satie, Auric e Poulenc. Il suo credo si riassunse nel preciso intento di “scrivere una musica che sia comprensibile per la gran massa degli ascoltatori, e tuttavia sia anche così libera da banalità da poter avvincere anche i veri intenditori”. Vasto programma, signora mia, ma la sua parte alonato da genericità. Chi non lo vorrebbe, insomma? E allora basterà sorvolare e apprezzare invece la disinvolta eterogeneità stilistica della musica di Jeanne d’Arc au bûcher, con la sua perizia polifonica e la sua facoltà di ricostruire un medioevo goliardico e grottesco (il dilettevole episodio della scena V, Jeu des  cartes, il ritratto dei giurati, Porcus, Pecus Asinus), per contentarsi; giusta asserzione di Fedele d’Amico, altrove “la ragione è tacitata col semplice espediente di alzare la voce”.
La registrazione video che ci arriva oggi da Barcellona, ove ha avuto esecuzione in forma di concerto nel 2012, punta anch’essa sulla presenza  di una bravissima e incantevole attrice odierna, Marion Cotillard. Questa signora è davvero un bellissimo vedere e ascoltare; la sua fragile ma sonora voce trasmette il ritratto di una adolescente in preda a memorie  dolorose e innocenti con autentico palpito; e quel suo congedo finale che prelude al rogo, altra pagina schiva dalla vociferante perorazione claudeliana, viene dipanato con estatico mormorio come si conviene a una santa donna. Non meno carismatico, fra i recitanti, è il Frère Dominique di Xavier Gallais, mentre assai efficaci paiono il Porcus di Yann Beuron e l’Ane  di Carles Romero Vidal. Ma a convincere è l’intero comparto musicale: cori, orchestra e  voci soliste catalani vigilmente guidati da Marc Soustrot.
Aldo Nicastro

 

 

 


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